venerdì 27 ottobre 2017

L'alluminio nei vaccini e la dose settimanale tollerabile

In riferimento al mio articolo sugli adiuvanti a base di composti di alluminio ho letto vari commenti critici.

Naturalmente ognuno è benvenuto a criticare le cose che scrivo, perché nessuno è perfetto. Per esempio, nel mio articolo sono stati trovati alcuni piccoli errori e li ho corretti perché chi me li ha fatti presente aveva ragione (vedi gli ultimi commenti sotto al post in questione). Se qualcuno trova altre cose che non lo convincono basta che porti la documentazione scientifica che io controllerò e poi faccio la rettifica, ma naturalmente solo se le critiche si basano sulle prove e non su pseudo-studi pieni di bias e errori metodologici se non di peggio.

Una sana critica fa sempre bene. Gli attacchi personali invece no (da entrambe le parti). Fanno pensare che non si abbiano argomenti veri e si debba ripiegare su questi mezzi antipatici e poco utili.

Oggi chiarisco una delle cose che sono state contestate.

Ci sono persone che continuano a usare i limiti di tolleranza settimanale per l'assunzione di alluminio in modo non appropriato.

Prima di tutto vediamo quali sono questi limiti: 

Dose settimanale tollerabile per chilogrammo di peso corporeo (assunzione orale): 

 EFSA (2008): 1 mg 

 WHO/JECFA (2012): 2 mg 

 USA ATSDR (2008) livello minimo di rischio, MRL: 7 mg 

Questo limite è stato calcolato considerando un'assunzione continua, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, per tutta la vita. E' stato stabilito nell'ottica dell'accumulo. 

Non si riferisce all'assunzione sporadica (come succede con le vaccinazioni) intramuscolare di un composto di alluminio molto poco solubile che quindi rilascia l'alluminio gradualmente nel tempo.

Leggo spesso commenti che fanno pensare che tutto l'alluminio racchiuso negli adiuvanti arrivi quasi immediatamente nel sangue. In realtà il rilascio è così lento che via via la piccola dose che arriva nel sangue viene velocemente espulsa con le urine e finisce quindi nelle acque reflue dove logicamente non potrà fare danni al cervello. Solo una minuscola parte viene accumulata nell'organismo, pochissimo in confronto a quello che si accumula nel tempo per l'assorbimento dal cibo, dall'acqua e dall'aria che respiriamo.

Quindi chi fa dei calcoli prendendo il contenuto totale di alluminio negli adiuvanti e lo confronta con la dose minima settimanale tollerabile stabilita dagli esperti, dovrebbe tenere presente che il rilascio dell'alluminio non è istantaneo. 

Inoltre i valori limite sono sempre calcolati con un ampio cuscino di sicurezza. 

Il Paul Ehrlich Institut della Germania conclude una FAQ sulla sicurezza dell'alluminio nei vaccini con questa dichiarazione: 

"Dagli studi clinici e dalla raccolta degli eventi avversi in Germania, non risulta alcun segnale di tossicità legato all'alluminio nei vaccini. I calcoli sull'accumulo di alluminio dimostrano che in Germania l'esposizione sistemica dovuta alle vaccinazioni raccomandate nei primi due anni di vita rientra nei limiti di assorbimento considerati tollerabili per l'assunzione attraverso gli alimenti. Il contributo delle vaccinazioni all'accumulo netto di alluminio stimato nel corso della vita è basso, rispetto a quello derivante dalla continua assunzione di alluminio da altre fonti ed è accettabile considerando i benefici delle vaccinazioni. Non sono note analisi scientifiche che dimostrino un rischio per bambini e adulti dovuto a vaccini con adiuvanti contenenti alluminio." 



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