mercoledì 23 dicembre 2009

Cronologia del secondo anno dell'ultima pandemia d'influenza (1969/70)

Continuo con la cronologia secondo il Weekly Epidemiological Record dell'OMS. Nel post precedente in cui raccontavo il primo anno della pandemia che era cominciata nel 1968, l'ultimo bollettino era del 9 maggio 1969. Durante parte della primavera, l'estate e l'inizio dell'autunno in Europa, negli USA ed in Canada non si registravano ulteriori epidemie d'influenza.

All'inizio di ottobre il virus comincia a prendere nuovamente piede in Europa, a partire dalla Spagna. Alla fine di ottobre si registra un'alta incidenza di sindrome influenzale in tutte le fasce di età. In alcune luoghi (scuole, uffici, unità militari) il 10% delle persone si ammala, quasi contemporaneamente. A Barcelona il livello di attacco è del 20% e nelle periferie del 30%. Il virus responsabile è il H3N2(Hongkong).



 


Il virus si fa portare da un viaggiatore dalla Spagna in Danimarca. Anche nel Regno Unito, a Cambridge sembra esserci un focolaio.




In Spagna l'epidemia si allarga a Barcelona ed in tutta la sua provincia. Più del 30% della popolazione si ammala e tutte le fasce di età sono colpite. Nella maggior parte dei casi la malattia è benigna ma in alcuni si sviluppa una broncopolmonite, soprattutto in persone ricoverate con malattie regresse.

Anche in alcune città della Francia il virus comincia a causare estese epidemie.




In Francia l'epidemia si estende anche ad altre zone.

Anche in Italia c'è un'epidemia che riguarda tutto il paese. La malattia viene descritta come benigna.




In Austria il virus si affaccia in Carinzia che confina con l'Italia e la Yugoslavia. L'epidemia si estende rapidamente in tutta la provincia. Si ammalano prevalentemente gli adulti. La malattia è benigna o moderata.
Anche in Belgio ci sono alcuni focolai.
In Danimarca il numero dei casi aumenta in tutto il paese. A Copenhagen si va da 669 casi di sindrome influenzale segnalati nell'ultima settimana di novembre a 1386 nella settimana successiva.




In Spagna l'epidemia sembra in discesa. A Novembre la mortalità generale è stata del  40% più alta rispetto al novembre 1968 e le fascie d'età maggiormente colpite sono le persone di più di 50 anni e quelle fra 21 e 30 anni.
In Francia l'epidemia si allarga velocemente. Su 110 prove di sangue il 35% evidenzia un'infezione con il virus H3N2(Hongkong) e il 3% il virus parainfluenzale del tipo 1.

 

Austria: A Vienna e Vorarlberg l'epidemia si allarga mentre nella provincia di Carinzia sta terminando.

In Bulgaria invece c'è un'epidemia d'influenza causata dal virus influenzale del tipo B. Dai campioni di virus raccolti sembra che ci siano solo pochi casi di influenza A.




In Finlandia i casi di sindrome influenzale aumenta. La malattia è benigna.
Anche in Grecia si registrano sempre più casi. Ad Atene il 20% della popolazione si ammala e tutte le fasce di età sono coinvolte. La malattia è in linea generale benigna con una fase acuta di 3-4 giorni e spesso i malati si lamentano di un mal di gola di insolita insistenza e persistenza.





Olanda: Ci sono al momento solo alcuni focolai localizzati. Finora il livello è circa la metà dell'anno precedente.
Norvegia: anche qui il virus comincia a causare epidemie.




In Svezia i casi aumentano in modo deciso. Nella settimana che finisce con il 19 dicembre si segnalano 16.000 casi contro 754 in tutto il mese di novembre.





In Inghilterra e nel Galles il numero dei morti per influenza e polmonite è raddoppiato nella settimana che finisce con il 26 dicembre da 297 a 702 (numero provvisorio). Nella settimana corrispondente dell'anno precedente i morti registrati erano 30. Il numero dei ricoveri aumenta da 1480 a 2030 (1270 nella settimana corrispondente dell'anno precedente).


 

A Bruxelles il 15% della popolazione si ammala e tutte le fasce di età sono colpite.




In Finlandia l'epidemia sta diminuendo.

In Francia dove l'epidemia è stata molto estesa i casi diminuiscono ma l'epidemia non è ancora  finita.



Anche in Italia il virus continua a circolare ma l'epidemia è ora meno intensa.
In Portogallo c'è invece un forte incremento.
In Spagna l'epidemia è finita. In alcune province si era ammalato il 15 - 30% della popolazione.





In Svezia l'epidemia si è estesa a tutto il paese





In Inghilterra e nel Galles i casi di morte per influenza e polmonite sono in forte aumento. Da 702 nella settimana che finisce con il 26 dicembre 1969 a 3170 nella settimana che finisce con il 2 febbraio 1970. Nella settimana corrispondente del 1969 erano 21.

 



In Austria il virus si diffonde in alcune province mentre l'epidemia è finita in altre.
In Bulgaria è il virus influenzale B che ha preso piede, mentre il virus A è molto meno presente.





In Cecoslovacchia la malattia si presenta di solito benigna ma i casi di complicanze e di morte sono più frequenti dell'anno precedente.






Danimarca: Il numero dei pazienti con evidenza serologica positiva per influenza A è ancora molto alto, ma i casi clinici stanno diminuendo.
Germania: Il numero dei casi di sindrome influenzale è ancora alto in alcune zone, in altre l'epidemia sta diminuendo. In alcuni casi il quadro clinico si presenta con un lento ricovero.






In Inghilterra e nel Galles l'epidemia sta decrescendo.
In Scozia ci sono ancora epidemie estese con alti numeri di richiesta di indennità per malattia. Da 33.873 nella settimana prima di natale a 49.176 nella prima settimana di gennaio. I casi di morte per influenza nelle rispettive settimane aumenta da 14 a 113.
Negli USA invece l'epidemia non supera la soglia che normalmente è attesa per questo periodo dell'anno.







Il 24 gennaio 1969 l'epidemia è in diminuzione o addirittura finita in Austria, Svezia, Svizzera e nel Regno Unito.
In Canada, tranne in alcune aree, non ci sono state epidemie importanti.







In Cecoslovacchia l'incidenza di sindrome influenzale è in diminuzione. Durante la settimana di picco l'incidenza globale era di più di 4.700 casi per 100.000 contro un po più di 1.000 per 100.000 nel primo anno della pandemia. Anche se la malattia era generalmente benigna, il numero di casi che presentavano un quadro clinico protratto e quelli con complicanze e morti (soprattutto polmoniti o broncopolmoniti) sono aumentati durante gli ultimi quindici giorni.
Danimarca: l'epidemia continua a diminuire. La malattia è generalmente benigna, comunque c'è stato un aumento di casi con complicanze (soprattutto polmoniti) ed anche la tendenza per un decorso prolungato e con esito fatale è stato riportato, soprattutto nella fascia di età più avanti con gli anni. Questa tendenza è stata riportata un pò da tutti i paesi durante questa ondata della pandemia.







In Germania l'epidemia è in declino. In Ungheria continua lentamente la sua strada mentre in Olanda c'è un'alta incidenza di casi di sindrome influenzale.








In Canada si registra un'epidemia in Terranova con molti casi di broncopolmonite.

In Cecoslovacchia ormai in tutte regioni si notificano casi di sindrome influenzale.
In Ungheria i casi di sindrome influenzale aumentano nelle zone dell'ovest e nella parte centrale mentre nel nord/est ci sono solo casi sporadici.











A Glasgow in Scozia le richieste d'indennità per malattia, e i casi di morte per malattie respiratorie e per influenza stanno diminuendo.
Negli USA i casi di morte per polmonite e influenza nelle 122 città campioni sono stati più alti del livello atteso per la stagione ma ora il numero di questi casi sta diminuendo. In altre zone invece c'è un leggero aumento di questo trend. Questo significa probabilmente che ci sono alcuni focolai locali in luoghi che non erano stati colpiti dalla vasta epidemia dell'anno precedente.







Germania: il Centro Nazionale Influenza ha svolto una ricerca serologica per verificare la diffusione del virus nella popolazione. A partire dalla settimana 51 ogni settimana sono stati esaminati 100 campioni di sangue che erano stati mandati per una ricerca sui gruppi sanguigni. Fra la settimana 51 del 1969 e la terza settimana del 1970 c'è stato un aumento del 31% nella proporzione di campioni con un livello anticorpale al virus A di 1/64 o più e un identico aumento è stato registrato con un livello anticorpale di 1/32 o più. Vedi tabella. Il centro informa che nel periodo fra il 23 dicembre 1969 ed il 7 gennaio 1970 almeno il 70% dei malati di sindrome influenzale aveva un'infezione da virus dell'influenza A. Il centro sottolinea che la malattia è generalmente benigna ma che ci sono stati casi severi, con bronchiti e polmoniti e anche con esito fatale.

In Olanda in alcuni parti del paese l'epidemia è in diminuzione mentre in altre l'incidenza è ancora alta. Nelle 15 comuni più grandi nel mese di dicembre sono stati riportati 19 casi di morte contro 30 del dicembre dell'anno precedente, anche se nel 1969 il numero dei casi di sindrome influenzale era più alto. Nei stessi 15 comuni, sono stati notificati 185 morti dal 1 al 23 gennaio 1970, durante il picco dell'ondata.

Negli USA si nota un nuovo aumento dei casi di morte per polmonite ed influenza, anche se si registrano solo focolai sporadici.








In Ungheria, dopo un inizio lento, l'epidemia comincia a correre. Il numero d'indennità per malattia è aumentato di 4-5 volte rispetto al livello del settembre 1969. Sono stati isolati anche alcuni ceppi del virus dell'influenza B, ma l'epidemia è principalmente causata dall'influenza A.

In Olanda l'epidemia sta diminuendo.


Nel Regno Unito la circolazione del virus è sensibilmente diminuito.

 

 Weekly Epidemiological Record, 20 febbriao 1970

E così anche in Cecoslovacchia....



... ed in Bulgaria (dove, come già detto, l'epidemia era stata causata dal influenza B), ed in Canada




Nel Regno Unito l'epidemia dell'influenza A viene sostituita da un focolaio dovuto all'influenza B.
Negli USA, dove il picco sembra finito, si continua a registrare una più alta incidenza di morti per polmonite e influenza di quello atteso per questo periodo dell'anno.




In Canada ci sono ormai solo alcuni focolai.
In Cecoslovacchia l'incidenza di sindrome influenzale rimane elevata in tutte le regioni. Nell'ultima settimana di febbraio, sono stati notificati 2000 casi con complicanze e 27 morti. Nella stessa settimana il numero dei casi notificati era 53.237 (contro 269.759 durante la prima settimana di gennaio, quando c'è stato il picco dell'ondata).



Negli USA la mortalità per polmonite ed influenza decresce in modo significativo, con sola una regione in cui continua ad essere sopra il livello aspettato per questa settimana dell'anno.

 

 Weekly Epidemiological Report, 13 marzo 1970

In Germania l'eccesso per la mortalità di influenza era più alto dell'epidemia del 1957-58, del 1960 e 1968 che avevano un simile numero di casi di sindrome influenza segnalati. Nel dicembre e gennaio la mortalità in eccesso rispetto agli anni senza epidemia era 5680 - superiore del 33% all'eccesso di mortalità che si era registrato nel primo anno della pandemia nei mesi di gennaio e febbraio 1968.


In Ungheria l'epidemia è in diminuzione. Più di due milioni di sindromi influenzali erano stati segnalati (ca. il 20% della popolazione).
In Olanda il numero dei casi di sindrome influenzale ha raggiunto il livello atteso per la stagione. Il numero di morti riportati da 15 comuni con più di 100.000 abitanti aveva raggiunto 308 dall'inizio di dicembre 1969 al 22 febbraio 1970, contro 220 dal dicembre 1968 al febbraio 1969, anche se il numero dei casi era simile nelle due epidemie.
 


In Polonia, nonostante che ci sia stata un'estesa epidemia nel primo anno della pandemia con più di 3.5 milioni di casi di sindrome influenzale registrati, anche nel secondo anno si è verificata una grande epidemia con 3.744.135 casi. La malattia era generalmente benigna, ma complicazioni ed alcuni casi fatali sono stati segnalati.

In Inghilterra e nel Galles il numero dei morti attribuiti direttamente all'influenza e alla polmonite causata dall'influenza è diminuito a 11 da 36 nella settimana precedente (e 100 nella settimana corrispondente dell'anno precedente).




 Weekly Epidemiological Report, 26 marzo 1970 

In Olanda il tasso di casi di mortalità sembra superiore al primo anno della pandemia.


 

Anche in Cecoslovacchia l'epidemia è quasi finita.



Weekly Epidemiological Report, 10 aprile 1970

Il riassunto del secondo anno dell'ultima pandemia si trova nel Weekly Epidemiological Record del 25 settembre 1970. Ho preparato anche di questo un file pdf. Allo spreadsheet ho aggiunto una seconda tabella. E' molto evidente che nell'inverno 1969/70 l'impatto della pandemia era maggiore. In molti paesi dell'Europa l'incidenza era alta e c'erano più casi di complicanze e di morte. Vorrei anche sottolineare che il numero di morti riportati dal WER durante l'epidemia è solo quello dei morti direttamente attribuiti all'influenza, ma è molto importante sapere che questi numeri sottostimano decisamente il vero numero dei morti dovuti a questo virus. Spiegherò la cosa meglio nel mio prossimo post.

Nel riassunto del WER si legge che dall'ottobre 1969 al marzo 1970 in quasi tutti i paesi europei si sono verificate vaste epidemia causate dal virus dell'influenza A/H3N2(Hongkong). In linea generale questo era il primo attacco massiccio di questo virus che nel inverno precedente aveva causato un numero basso/moderato di casi. L'Olanda e la Polonia che avevano vissuto un'epidemia molto forte avevano riportato un'alta incidenza per il secondo anno consecutivo. Negli USA l'incidenza era moderata, dopo la severa epidemia dell'anno precedente.

In questo secondo anno il virus dell'influenza A/H3N2(Hongkong) era generalmente simile al ceppo originale. Comunque una variante antigenicamente leggermente diversa, chiamata A2/England878/69 era apparsa nel Regno Unito (34 ceppi su 850 esaminati), in Francia (2 ceppi su 25 esaminati) e in Portogallo (2 ceppi su 33 esaminati). Questa nuova variante era stata isolata poco prima del report anche in Nuova Zelanda, ma non sembrava essere stata identificata in altri paesi.

Il quadro clinico era generalmente benigno o moderato. Alcuni paesi riportavano che la malattia aveva un'evoluzione prolungata con un lungo periodo di astenia dopo la guarigione della fase acuta. In molti paesi c'erano più complicanze in forma di polmonite, del solito. La Danimarca riportava un aumento dei casi di polmonite quando l'epidemia era in diminuzione. L'influenza causava un numero relativamente alto di morti, spesso a causa di una polmonite. In Olanda, per esempio, la mortalità era decisamente più alta dell'anno precedente, nonostante che il numero dei casi era leggermente inferiore. Soprattutto gli anziani - ed in numero minore - in bambini piccoli sviluppavano la polmonite. Comunque, anche fra giovani adulti si sono segnalati casi di polmonite ed anche in questo gruppo della popolazione c'erano casi mortali. I resultati delle autopsie fatte in Czecoslovacchia dimostravano che le complicanze polmonari erano spesso associate direttamente al virus, piuttosto che a causa di infezioni batteriche secondarie.

Alcune delle lezioni che ci insegna l'ultima pandemia è

  • che è ancora importante vaccinarsi contro il virus A/H1N1(2009) perché probabilmente ci sarà un'altra epidemia (o all'inizio del 2010 o nell'inverno 2010/11) e questa potrebbe colpire e anche uccidere molte più persone della prima ondata. Perché rischiare? Anche se oggi nessuno può sapere con certezza se nella prossima ondata il virus sarà antigenicamente cambiato o no, c'è la possibilità che il vaccino ci offre una sufficiente protezione. Almeno nell'ultima pandemia il virus in circolazione nel secondo anno era antigenicamente molto simile ai ceppi del primo anno.
  • In Europa la pandemia del 1968 è cominciata durante l'inverno e si è prolungata per vari mesi, in molti paesi fino alla primavera. L'attuale pandemia ci ha sorpresi qualche mese prima dell'inverno, quindi c'è la possibilità di un'altra epidemia (ev. insieme al virus dell'influenza stagionale?) durante i mesi in cui di solito l'influenza ci fa visita.


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